Il progetto

Per conoscere, apprezzare ed amare un’opera d’arte è necessario recepire il messaggio nascosto nella sua bellezza. Ciò è spesso molto difficile anche se ci si trova di fronte ad essa perché il nostro occhio, distratto dalla realtà che la circonda o limitato dalla particolare posizione di osservazione, non è in grado di indagarne i singoli particolari.

Panopticon di Bologna si propone di dare a chiunque questa opportunità permettendogli di osservare tutti i dettagli dell’opera  da una particolare posizione di osservazione, lo schermo del computer, senza alcuna intenzione di essere una visita guidata, un manuale di consultazione o un data base esaustivo.
La collaborazione di molti fotografi che si sono resi disponibili a produrre il materiale fotografico necessario, ha reso possibile la realizzazione di questo progetto. A loro va tutta la nostra riconoscenza.
Questo sito verrà continuamente implementato da nuove opere  d’arte così documentate.

Perché Panopticon? Il significato
L'idea alla base del Panopticon ("che fa vedere tutto") era quella di costruire un edificio, in particolare un carcere, nel quale - grazie alla forma radiocentrica e ad opportuni accorgimenti architettonici e tecnologici - un unico guardiano potesse osservare contemporaneamente tutti i prigionieri. Dal canto loro, i prigionieri non dovevano essere in grado di stabilire se qualcuno li osservasse o meno. Il progetto fu ideato da Bentham Jeremy che lo descrisse come "un nuovo modo per ottenere potere mentale sulla mente, in maniera e quantità mai vista prima".

(progetto di Alberto Martini)

 

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PANOPTICON DI BOLOGNA è un progetto di ALBERTO MARTINI.
Per ogni utilizzo delle immagini qui pubblicate è fatto d’obbligo citare la fonte e l'autore della fotografia.

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Credits e ringraziamenti